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LA SECONDA GUERRA MONDIALE: IL PROCESSO DI NORIMBERGA ED I LAGER NAZISTI

  • Collettivo del FID
  • 1 mar 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

“Il Processo di Norimberga” è il nome usato per indicare due distinti gruppi di processi ai nazisti coinvolti nella seconda guerra mondiale e nella Shoah (olocausto ebreo). I processi si tennero nel Palazzo di Giustizia della città tedesca di Norimberga dal 20 novembre 1945 al 1° ottobre 1946 (la città era, insieme a Berlino e Monaco, una delle città simbolo del regime nazista). Il primo e più famoso di questi processi, fu il Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale, che giudicò ventiquattro dei più importanti capi nazisti catturati o ancora ritenuti in vita. Il secondo gruppo di processi fu per criminali di guerra inferiori, tenuto sotto la Legge numero 10 del Consiglio di Controllo dal Tribunale militare di Norimberga, e comprese anche il famoso Processo ai dottori. Durante gli incontri della conferenza di Teheran (1943), della conferenza di Yalta (1945) e della conferenza di Potsdam (1945), le tre principali potenze del tempo di guerra Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito, si accordarono sul metodo per punire i responsabili dei crimini di guerra commessi durante la seconda guerra mondiale. Anche la Francia riuscì a guadagnarsi un posto all'interno del tribunale. Oltre 200 tedeschi imputati di crimini di guerra vennero processati a Norimberga, mentre altri 1 600 attraverso i tradizionali canali della giustizia militare. Ognuna delle quattro nazioni giudicanti (USA, URSS, Regno Unito e Francia) fornì un giudice, un sostituto e i procuratori. Il Tribunale Militare Internazionale venne aperto il 18 ottobre 1945 negli edifici della Corte Suprema di Berlino. La prima sessione venne presieduta dal giudice sovietico, Nikitchenko. I procuratori presentarono gli atti d'accusa contro i ventiquattro principali criminali di guerra e contro sei “organizzazioni criminali”. Tali organizzazioni erano: la leadership del Partito Nazista, le SS, le SD (braccio di polizia delle SS), la Gestapo (polizia segreta), le SA (le squadre d’assalto dei primi tempi del Nazismo) e l’Alto Comando Tedesco. Le imputazioni furono le seguenti: Cospirazione per commettere crimini contro la Pace, Aver pianificato ed intrapreso guerre d’aggressione, Aver commesso Crimini di Guerra, Aver commesso Crimini contro l’Umanità. Adolf Hitler, Benito Mussolini, Joseph Goebbels e Heinrich Himmler erano deceduti in data anteriore all'inizio del processo (tutti morti suicidi con l'esclusione di Mussolini che fu catturato e fucilato dai partigiani), Reinhard Heydrich era stato mortalmente ferito dai partigiani cecoslovacchi nel 1942, Adolf Eichmann e Josef Mengele erano riusciti a fuggire in America meridionale (Eichmann fu scovato e giustiziato dalla corte israeliana solo negli anni sessanta, mentre Mengele riuscì a scampare all'arresto fino a morte naturale avvenuta il 7 febbraio 1979). Dei ventiquattro imputati, 12 vennero condannati a morte ed impiccati il 16 Ottobre del 1946 (tranne Goering che si suicidò il giorno prima con del cianuro), a 3 venne dato l’ergastolo, ed ad altri 4 una pena tra i 10 ed i 20 anni di galera, i restanti 5 vennero assolti. Il 30 settembre 1946, inoltre, i giudici del tribunale del processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che: le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra.

I Lager Nazisti erano suddivisi in tre categorie: Campi di lavoro, Campi di concentramento e Campi di sterminio. I Lager furono istituiti in Germania nel 1933, con l'avvento del regime nazista, di cui rappresentarono l'istituzione più caratteristica, inizialmente con lo scopo di "rieducare" i Tedeschi antinazisti: comunisti, socialdemocratici, obiettori di coscienza, ebrei, cattolici e protestanti. Nello stesso tempo i custodi dei campi (dal 1936 le SS, che secondo l'ideologia nazista dovevano formare l'aristocrazia della razza tedesca) vi acquisivano le qualità richieste per divenire dei capi, agendo con brutalità e assuefacendosi a una completa insensibilità morale e a un perfetto automatismo nell'obbedienza. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale (settembre 1939), i campi furono ampliati e moltiplicati per raccogliere uomini, donne e fanciulli evacuati dai paesi d'origine: toccò prima ai Polacchi, poi ai prigionieri di guerra russi, infine agli appartenenti ai movimenti di resistenza di tutti i paesi dell'Europa occupata. Al termine del conflitto gli internati appartenevano a venti differenti nazioni. Date le necessità dell'economia di guerra nazista, i campi divennero immense riserve di manodopera servile, priva di ogni diritto e continuamente rinnovabile, che fu impiegata in attività di ogni genere in tutte le regioni della "Grande Germania". A questo "sterminio mediante il lavoro", come venne definito al processo di Norimberga, si aggiunse assai presto lo sterminio sistematico delle razze considerate "inferiori" (ebrei, zingari, slavi, oppositori politici, omosessuali, ed altre minoranze etniche) che fu chiamato, per gli ebrei, "soluzione finale", e praticato per mezzo di camere a gas e di forni crematori. Da una ventina di grandi campi, distribuiti per la maggior parte in Polonia (Maidanek, Auschwitz - Birkenau, Stutthof) e in Germania (Dachau, Buchenwald, Oranienburg-Sachsenhausen, Flossenbrg, Bergen-Belsen Ravensbrck, Dora, Neu-Bremm, Neuengamme), ma anche in Austria (Mauthausen), in Boemia (Theresienstadt), in Alsazia (Natzwiller-Struthof) e nei paesi baltici (Kaunas, Riga), dipendevano centinaia di distaccamenti temporanei, di diversa consistenza numerica, che consentivano la più razionale suddivisione degli internati e la loro totale utilizzazione in ogni specie di lavoro. I campi dovevano formare mondi chiusi, sottratti in teoria agli sguardi delle popolazioni dei dintorni, precedentemente evacuate. Venivano costruiti, spesso dai deportati stessi, non di rado in zone paludose o dal clima malsano e si presentavano come un insieme di baracche, lunghe una cinquantina di metri e larghe da sette a dieci, quasi sempre di legno; erano circondati da filo spinato percorso da corrente elettrica ad alta tensione e avevano torrette di sorveglianza disposte ad intervalli regolari. Solitamente vennero costruiti nelle immediate vicinanze di binari ferroviari, per meglio ottimizzare l’arrivo dei deportati. Nei campi di sterminio, di cui il più tristemente famoso, è Auschwitz – Birkenau, veniva fatta una selezione immediatamente all’arrivo dei deportati, a cura dei medici delle SS. Coloro i quali erano stati giudicati abili a lavorare venivano mandati nel campo (solitamente nei pressi di un campo di sterminio, ce n’era uno di lavoro), mentre purtroppo chi non era stato giudicato “abile”, veniva condotto immediatamente alle camere a gas, dove fu utilizzato lo Ziklon B (veleno usato per i parassiti delle piante). La vita, per gli internati, era un inferno sulla terra, con turni di lavoro anche di 14 ore al giorno e con razioni di cibo al limite della sopravvivenza, dove le bucce di patate erano una prelibatezza, mentre sovente nell’immancabile zuppa venivano messi anche pezzi di cartone. Considerando le condizioni igieniche pessime, sovente scoppiavano epidemie e, ad aggiungersi a questo, c’era un vestiario sempre uguale, sia d’estate che nei gelidi e rigidissimi inverni. Non era assolutamente raro che i deportati lavoratori, morissero di stenti o di malattie. E’ famosissima la scritta sul cancello principale di Auschwitz – Birkenau che recita: “Arbeit macht frei”, ovvero “il lavoro rende liberi”, crudele quanto beffarda scritta fatta costruire dalle SS ad un prigioniero artigiano, che come immenso atto di ribellione, scrisse la B di Arbeit sottosopra (è facilmente visibile). Bisogna anche menzionare gli esperimenti che conducevano i medici Nazisti sui prigionieri, trattati come vere e proprie cavie e i cui particolari erano raccapriccianti. Talvolta questi esperimenti non avevano nemmeno valenza scientifica, ma rappresentavano le mere fantasie sadiche dei medici criminali delle SS. Sicuramente il più famoso medico Nazista è Joseph Mengele con i suoi esperimenti sui gemelli. L’orrore, il sadismo, la crudeltà e gli orrendi crimini contro l’Umanità perpetrati nei Lager Nazisti è troppo grande per essere affrontato in questo breve articolo. Invitiamo però i lettori a documentarsi su tali atti e a saperne sempre di più, affinché rimanga scolpita nella coscienza, la più profonda essenza del male.


 
 
 

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