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LA SECONDA GUERRA MONDIALE: LA FINE

  • Collettivo del FID
  • 27 feb 2017
  • Tempo di lettura: 5 min

Ormai siamo arrivati all’epilogo, nel Maggio del ’43, le operazioni in Nord Africa finirono, con la completa disfatta delle forze dell’Asse e nel Luglio dello stesso anno, gli Alleati erano pronti a sbarcare in Sicilia. Nel frattempo in tutta Italia, c’era un grande fermento dei Partigiani, come in tutta l’Europa occidentale, la maggior parte di questi erano di chiara matrice Comunista e simpatizzanti dell’Unione Sovietica. Spesso erano riforniti dagli Alleati, ma dovevano, la maggior parte delle volte “cavarsela da soli”, procacciandosi i rifornimenti con molta fatica. Come detto, una coalizione degli Alleati, con a capo gli Stati Uniti sbarcarono in Sicilia, era l’inizio della Campagna d’Italia che mise fine al ventennio fascista. Le sorti delle operazioni in Sicilia, disunirono il Partito Fascista ed il 25 Luglio, Mussolini fu arrestato e trasferito in una fortezza sul Gran Sasso. L’8 Settembre, l’Italia, con l’annuncio del Maresciallo Badoglio, firmò l’armistizio con gli Alleati… ma la guerra per l’Italia non era finita, infatti da quel momento in poi, le forze italiane avrebbero dovuto combattere al fianco degli Alleati. La risposta tedesca fu tanto cruenta quanto drammatica, iniziando un’occupazione del territorio italiano che provocò tantissime atrocità tra i civili ed i Partigiani. Mussolini, venne liberato dalle forze speciali tedesche e trasferito al Nord Italia, dove nacque la Repubblica Sociale Italiana nella cittadina di Salò, vicino Brescia. La RSI fu praticamente uno Stato fantoccio dei tedeschi e i civili vennero reclutati a forza per ingrossare le file dell’Esercito. C’è però da dire che tanti erano ancora i fascisti che si arruolarono di loro volontà. Nel frattempo gli Alleati, grazie anche alle operazioni Partigiane, risalirono lentamente lo stivale, con gli sbarchi di Salerno e Anzio. Da sottolineare l’episodio straordinario delle “4 Giornate di Napoli”, tra il 27 ed il 30 Settembre del 1943, dove i cittadini Napoletani, senza l’aiuto di nessun esercito regolare, combatterono contro i tedeschi e li cacciarono dalla città di Napoli, restando nella storia come l’unica città europea ad essersi liberata da sola dal nemico invasore. L’avanzata Alleata in Italia proseguì non molto velocemente, e nonostante le operazioni partigiane nelle zone appenniniche, si arrestò sulla “Linea Gotica”, ovvero un insieme di fortificazioni che andava dall’Adriatico al Tirreno, dall’altezza di Pesaro fino alla punta della Liguria. Nel frattempo il 6 Giugno del 1944, avvenne il tanto atteso Sbarco in Normandia, e le truppe Alleate rapidamente, anche grazie all’intervento della Resistenza francese, penetrò nell’entroterra della Normandia, aprendo la strada alla liberazione di Parigi. La capitale francese venne liberata il 25 Agosto del 1944, e poco dopo venne liberata tutta la Francia. A poco a poco, pur se con qualche sconfitta inattesa, gli Alleati penetrarono all’interno dell’Europa. Ultimo sussulto tedesco si ebbe con la Battaglia delle Ardenne, dove la Wehrmacht, approfittando del maltempo e dell’impossibilità di utilizzare da parte degli Alleati dell’Aviazione, cercarono con un’offensiva di dividere in due lo schieramento angloamericano. Dopo giorni di intensi combattimenti, dove gli Alleati pagarono il fatto di essersi fatti trovare impreparati, l’aviazione riprese di nuovo ad operare ed i carri armati del Generale Patton, fecero il resto… la Germania perse la Battaglia, fu ricacciata indietro e perse definitivamente l’iniziativa anche ad occidente. La strada degli Alleati per entrare in Germania era quasi spianata. Nel frattempo sul fronte orientale, l’Armata Rossa liberò Varsavia nel Gennaio del 1945 e, nel giro di due mesi, entrarono prepotentemente in Germania. L’avanzata fu talmente rapida, che lo Stavka (l’alto comando dell’Armata Rossa), decise di rallentare per permettere alle truppe Sovietiche di riposarsi e rifornirsi adeguatamente in vista della Battaglia di Berlino. L’Armata Rossa appariva in netto vantaggio nella corsa per prendere la capitale tedesca rispetto agli Alleati. Intanto in Italia, gli Alleati superavano faticosamente la Line Gotica e dilagavano anche nell’Italia del Nord, dove le Brigate Partigiane, a questo punto combattevano come un vero e proprio esercito. Fu infatti proprio una Brigata Partigiana a catturare Mussolini, che stava fuggendo travestito da soldato tedesco insieme ad una colonna di mezzi della Wehrmacht in ritirata. Era il 27 Aprile, due giorni dopo la liberazione d’Italia, quando nei pressi del Lago di Como, venne catturato l’ex Duce. Il giorno dopo, nella vicina cittadina di Dongo, Mussolini e la sua consorte, Claretta Petacci vennero fucilati dai Partigiani… si chiuse una delle pagine più buie della storia italiana. I cadaveri dei due, poi, vennero esposti a testa in giù in Piazzale Loreto a Milano. Ma torniamo a Berlino, dove il 16 Aprile, iniziò finalmente la Battaglia di Berlino… l’Armata Rossa scatenò sulla capitale del Terzo Reich, una vera e propria tempesta di fuoco. Al comando delle truppe Sovietiche c’erano i Generali Zhukov e Konev, e l’ esito della battaglia apparve fin dalle prime battute, tragico per le truppe tedesche. I tedeschi, nel frattempo, avevano mobilitato tutti i cittadini abili o quasi al combattimento… anziani e addirittura i fanatici bambini della Hitlerjugend(l’organizzazione nazista di indottrinamento dei ragazzi). Dopo una flebile resistenza, e una perdita incalcolabile di vite innocenti, il 30 Aprile, con la Cancelleria del Reich, praticamente accerchiata, Hitler insieme alla sua neo moglie(si sposarono quel giorno stesso) Eva Broun, si tolsero la vita e le spoglie vennero bruciate dai nazisti. Tanti gerarchi cercarono la fuga, tranne il ministro della Propaganda Goebbels con la sua famiglia(c’erano anche i suoi tre figli piccoli) che si suicidarono anche loro nel bunker della Cancelleria. Himmler(capo delle SS) invece, morì suicida anche lui, ma altrove. Il 2 Maggio, con un giorno di ritardo sulla tabella di marcia dettata da Stalin(voleva la vittoria il 1°Maggio), la Bandiera Rossa Sovietica sventolava sul Reichstag(il parlamento tedesco). La guerra in Europa era finita, la Germania Nazista era stata sconfitta. Ma la Seconda Guerra Mondiale, ancora non era terminata, infatti continuavano i sanguinosi combattimenti tra il Giappone e gli Stati Uniti nel Pacifico, ed ora anche l’Unione Sovietica poteva attaccare le truppe giapponesi in Cina. La Marina e i Marines americani continuavano a prendere sempre più piede nel Pacifico, con il Giappone che si giocò molto della sua flotta nella disastrosa sconfitta delle Midway. Il Giappone, anche se in condizioni drammatiche non accennava ad arrendersi, a causa della sua cultura devota se non fanatica nei confronti dell’Imperatore Hirohito e di una concezione della resa che procurava ad ogni giapponese un profondo senso di vergogna. Gli americani, dopo una battaglia estremamente drammatica, conquistarono l’isola di Okinawa…avevano messo piede in Giappone. Nel frattempo, fervevano i preparativi Sovietici per l’attacco dell’esercito giapponese e la liberazione della Cina. L’ 8 Agosto del 1945, agli ordini del Generale Malijnovski, l’Armata Rossa sfondò velocemente le flebili linee giapponesi e si riversò in Manciuria. Obiettivo dei Sovietici era conquistare la Manciuria e le Isole Curili. Proprio le Isole Curili, vennero conquistate facilmente già nei primi giorni dell’offensiva e l’avanzata in Manciuria rallentò di poco, solo a causa della lunghezza delle linee di rifornimento. Due giorni prima dell’offensiva Sovietica, il 6 Agosto del 1945, gli Stati Uniti sganciarono la prima Bomba Atomica della storia sulla città di Hiroshima, distruggendo l’intera città e facendo una vera e propria carneficina. Tre giorni dopo, il 9 Agosto, una seconda Bomba Atomica venne sganciata su Nagasaki. Ancora oggi sono controverse le ragioni che portarono gli americani allo sgancio delle due bombe, gli statunitensi sostengono che salvarono milioni di vite americane che evitarono l’invasione del Giappone, ma fonti più logiche sostengono che le bombe vennero sganciate per testarle e per avvertire l’Unione Sovietica in un’ottica già protesa verso la futura Guerra Fredda. Ciò che era sicuro è che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Il 15 Agosto, più per evitare altre carneficine al popolo giapponese, che per impossibilità a combattere, l’Imperatore Hirohito firmò la resa incondizionata. La Seconda Guerra Mondiale era finita!


 
 
 

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