LA SECONDA MORTE DEL COMPAGNO GRAMSCI: QUANDO LA QUESTIONE MERIDIONALE NON ESISTE PIU'
- Mirko Pagano
- 20 feb 2017
- Tempo di lettura: 6 min
“Il governo offrì dei buoni del tesoro a interesse certo e gli emigranti e le loro famiglie da agenti della rivoluzione silenziosa si mutarono in agenti per dare allo Stato i mezzi finanziari per sussidiare le industrie parassitarie del Nord. Francesco Nitti, nel piano democratico e formalmente fuori del blocco agrario meridionale, fu invece il miglior agente del capitalismo settentrionale per rastrellare le ultime risorse del risparmio meridionale. I miliardi inghiottiti dalla Banca Italiana di Sconto erano quasi tutti dovuti al Mezzogiorno: i 400000 creditori della BIS erano in grandissima maggioranza risparmiatori meridionali.”
Così scrisse il compianto (almeno da questo movimento comunista duosiciliano) Compagno Antonio Gramsci, nei suoi trattati sulla Questione Meridionale, spiegando come l’emigrazione del Popolo diventato da poco meridionale, fosse necessaria allo sviluppo industriale capitalistico del Nord Italia. Un’emigrazione, che proprio perché necessaria ed al centro di immensi interessi per lo Stato Italiano, era forzata dalla politica discriminatoria che l’Italia fece pesare sulle popolazioni neomeridionali. Il Compagno Gramsci, iniziò a far valere questa sua corrente di pensiero, all’indomani della presa di coscienza che la visione di “comodo” della Sinistra Italiana sulla Questione Meridionale, gli procurò. Questa visione, nata negli ambienti operai torinesi, descriveva il Sud come una “palla al piede”, come una parte d’Italia antropologicamente meno dotata e quindi destinata ad essere inferiore. Il Compagno Gramsci, nei suoi “I Quaderni” raccontò lo sforzo immane per cercare di debellare questa idea promossa dalla corrente della Sinistra settentrionale. Certo, Gramsci si guardò sempre bene dall’innescare forme di Socialismo Indipendentiste, ma solo perché all’epoca aveva vivissima la speranza che tale corrente di pensiero, un giorno fosse stata debellata. Nella realtà, ancora nel 1925, precisamente il 16 Maggio (ironia della sorte, esattamente 54 anni dopo, nacque chi vi sta scrivendo), e niente di meno davanti a Mussolini, il Compagno Gramsci prese la parola in Parlamento dichiarando testuali parole: “ In Italia il capitalismo si è potuto sviluppare in quanto lo Stato ha premuto sulle popolazioni contadine, specialmente nel Sud. Dovreste restituire al Mezzogiorno le centinaia di milioni di imposte che ogni anno estorcete alla popolazione meridionale…(riprese dopo un’interruzione irridente di Mussolini)… si tratta del fatto che ogni anno lo Stato estorce alle regioni meridionali una somma di imposte che non restituisce in nessun modo.”. E’ chiaro l’intento di Gramsci di rivendicare uno sfruttamento forte, ingiusto e palesemente di stampo colonialista dell’Italia meridionale da parte del sempre più ricco settentrione. Oggi, quando vediamo la nostra amata terra ed il nostro amato Popolo soffrire per le diseguaglianze che ancora esistono, quando vediamo i nostri figli dover partire, quando vediamo le chiare differenze di trattamento che lo Stato Italiano rivolge ad una e ad un’altra parte di questa finta nazione chiamata Italia, allora ci rivengono in mente le parole di una delle nostre guide ideologiche: il Compagno Gramsci, appunto. E allora ci appelliamo con ogni parte del nostro cuore Socialista a chi dovrebbe accogliere non solo il nostro ideale rosso, ma anche le nostre strazianti grida di aiuto… ci appelliamo a coloro i quali, dovrebbero essere i nostri Compagni e Compagne: I Comunisti Italiani. E che cosa pensano, cosa fanno, questi fratelli, perché essere Comunisti è essere Compagni ed essere fratelli recitava uno slogan Sovietico degli anni ’60, come giudicano il Mezzogiorno, ancora oggi alle prese con la drammatica Questione Meridionale? Ed è proprio qui che giunge il nostro più profondo sgomento, ed è proprio qui che probabilmente ci si rende conto di quanto il movimento Comunista italiano sia sceso negli anni a patti con il diavolo capitalistico, come denunciava già nel 1977 l’Unione Sovietica. Si perché, negli anni, via via, la Questione Meridionale ha assunto contorni sempre più vaghi, sempre più ovvi, sempre più ideologici, sempre più “di comodo”… ci si rende conto che le paure del Compagno Gramsci erano fondate, erano paure che avevano al loro interno una tremenda verità: il Compagno Italiano, resosi conto dell’inconvenienza a risolvere tale scottante Questione, stava decidendo di assecondare la spiegazione capitalista “di comodo” che gli avrebbe permesso di essere popolare in Italia, popolare proprio perché non avrebbe intaccato il criminale equilibrio economico che tale diseguaglianza tra Nord e Sud assicurava all’Italia. Ecco allora nascere le più svariate tesi da “far bere” agli adepti del Comunismo Italiano: il Sud era abitato da furbi che preferivano rubare, il Sud aveva bisogno solo di legalità per equipararsi al fantomatico Nord onesto, il Sud era la patria di chi non pagava le tasse ed erano mantenuti dai cittadini del Nord lavoratore ed operaio. Una vera sciagura per quella che, negli anni, diventò una serie di pregiudizi che con il tempo si fortificarono nelle menti più duri del marmo. Un vero peccato che questa serie di pregiudizi, anni dopo, divennero colonna portante del movimento Leghista (non è un caso che proprio Rifondazione Comunista fu vicina ad una parte dell’ideologia leghista dal 1994 al 1996, quando ancora l’unico nemico leghista era il meridionale), che ancora oggi, inquina l’Italia. La fine del Partito Comunista Italiano nel 1991, non ha purtroppo, distrutto questo modo di pensare, tra chi si proclama Comunista in Italia oggi (fortunatamente esistono anche veri Comunisti italiani e perfino di origini settentrionali che, caso strano, appoggiano la nostra lotta), e così , anche se inconsciamente, si rifiutano di pensare ad una diversità tra Nord e Sud, palesando il ridicolo rifiuto dell’esistenza di una Questione Meridionale. Più e più volte ormai, non arrivano nemmeno risposte alla fatidica domanda: “Come risolveresti la Questione Meridionale?”, tradendo però, nella maggior parte dei casi, un imbarazzo facilmente leggibile negli occhi di coloro dovrebbero essere nostri Compagni di Lotta. No, la Questione Meridionale, al pari della totalità dell’opinione pubblica italiana, è diventata invisibile oggi ancora di più. I motivi di tale indifferenza, stanno nella fantomatica Crisi Settentrionale, dai più associata alle Politiche Europee(ed in minima parte è così davvero), all’Euro (ovvia conseguenza) o alle criminali Politiche capitalistiche che hanno travolto il mondo lavorativo italiano. La verità, taciuta agli italiani, e quindi anche ai nostri fantasiosi Compagni, è che la Crisi Settentrionale, prende spunto dalla continua, quanto inesorabile decadenza completa del Mezzogiorno! Ci sono scritti, trattati, tesi varie di economisti stranieri, dagli inglesi ai francesi per finire addirittura agli americani, che hanno descritto l’economia Padana come un’economia totalmente dipendente dal Meridione. Una nazione quella italiana, fondata per funzionare sulla produzione di una parte, il Nord, ed il consumo dell’altra, il Sud. Fino a quando il Sud è stato tenuto appena in linea con questa linea di “galleggiamento”, c’era la possibilità di consumare i prodotti settentrionali, assicurando i guadagni che facevano prosperare l’economia padana e le condizioni che assicuravano la continua emigrazione meridionale. Man mano che il collasso del Mezzogiorno diventava sempre più grave ed evidente, tutto questo equilibrio veniva meno, ed è quello che chiamiamo oggi Crisi Settentrionale. Il Compagno Gramsci, lo aveva predetto, il Capitalismo settentrionale si regge sullo sfruttamento meridionale…e così è stato. Certo, i normali cittadini non lo hanno mai saputo…ma chi li dirigeva si, dirigenti dei Partiti Comunisti Italiani compresi ed allora non ci stupiamo neanche quando Landini, segretario generale della FIOM ha affermato: “Nonostante le gravi conseguenze ambientali, il Petrolio Lucano è indispensabile e non può essere fermata la sua produzione.”… chi mantiene chi, caro Compagno, e puoi starne certo, che te lo chiediamo con le lacrime negli occhi. Ancora più atroce è il trattamento ghettizzante riservato a noi Comunisti Duosiciliani, che lottiamo, secondo puro ideale Socialista, contro la colonizzazione della nostra Patria. Ci vengono rivolte accuse di voler separare il proletariato, di voler chissà quale restaurazione statale fantasiosamente monarchica (su questo dobbiamo ringraziare gli ignoranti, che anche nel nostro universo indipendentista esistono), di voler essere separatisti. No, caro Compagno e cara Compagna, noi non vogliamo nulla di tutto questo, perché il nostro nemico non è il proletariato settentrionale e di certo non vogliamo rigettare nessuno fuori dalla nostra terra, anzi! La nostra Lotta, come tutte le Lotte Comuniste, non è una Lotta esclusiva, ma inclusiva, ed i nostri Compagni settentrionali possono affermarlo… noi vogliamo solo la fine di quella colonizzazione italiana chiamata Questione Meridionale, nient’altro! Una colonizzazione, come lo è quella dell’Ulster, o quella Basca, arrivando fino alla Lotta Vietnamita contro i francesi. Ecco, un vero Comunista, rimane sempre fratello di ogni Compagno ed è per questo che tale articolo vuole essere solo un monito, solo un atto di giustizia e conoscenza, solo un regalo che vogliamo fare a chi dovrebbe appoggiare la nostra Lotta e invece non lo fa… facendo morire il Compagno Gramsci ed il suo vero ideale Socialista, per la seconda volta.

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